Satoshi Nakamoto affronta una perdita di 20 miliardi di dollari durante il più grande crollo della storia delle criptovalute

Si può davvero perdere ciò che non si è mai toccato? Mentre l’universo crypto vacilla, Satoshi Nakamoto rimane un mistero. Il suo wallet, inattivo dal 2010, ha appena perso 20 miliardi di dollari in pochi giorni. Tra volatilità estrema e minacce tecnologiche come il quantum computing, emerge una sfida: per quanto tempo il creatore di bitcoin potrà mantenere intatti i suoi tesori?

Il crollo di ottobre: Satoshi Nakamoto osserva, le crypto crollano

L’8 ottobre 2025, un annuncio di Donald Trump che riaccendeva la guerra commerciale con la Cina ha innescato la più grande liquidazione nella storia delle crypto. I mercati hanno ceduto, le altcoin sono crollate fino al –99%. Bitcoin ha perso quasi 20.000 dollari in 48 ore. Eppure, nonostante la tempesta, Satoshi Nakamoto non si è mosso. I suoi 1,1 milioni di BTC sono rimasti dormienti. Il valore? Scivolato da 138 a 117 miliardi di dollari, una perdita di 20 miliardi di dollari.

L’analista Arkham Intelligence ha rivelato che alcuni attori hanno approfittato della crisi: un trader ha incassato 192 milioni di dollari da una posizione short su Hyperliquid. E mentre le whale danzavano, i piccoli possessori venivano liquidati.

Per molti, la mancanza di reazione di Nakamoto è un messaggio. Ma quale? Filosofia? Inaccessibilità delle chiavi private? O semplice disinteresse? Una cosa è certa: nella tempesta, il suo silenzio incuriosisce tanto quanto rassicura.

Strategie nascoste: tra whale e piattaforme decentralizzate

Su Coinglass, il contatore mostra quasi 19,3 miliardi di dollari di posizioni andate in fumo. Polymarket, la piattaforma di scommesse crypto, ha visto svanire le speranze: le probabilità che Satoshi muovesse i suoi fondi nel 2025 sono scese dal 15% al 6%. I tweet impazzano. La paura contagia anche i più ottimisti.

The Kobeissi Letter ha specificato: 

Una correzione tecnica era attesa, pensiamo che verrà raggiunto un accordo commerciale e le crypto restano forti. Siamo rialzisti.

Altcoin come GMX, Pendle o Ondo si trasformano in terreni di gioco speculativi. Alcuni ottengono grandi guadagni, altri crollano. La volatilità diventa l’unica costante. Eppure Nakamoto non risponde. Continua a incarnare una figura silenziosa, osservata, mitizzata.

La cassaforte di Nakamoto contro i ladri del futuro

La fortuna di Satoshi Nakamoto sembra intoccabile. Ma per quanto ancora? Il quantum computing, capace di infrangere alcune protezioni crittografiche, preoccupa gli esperti. Se un giorno un computer decriptasse le chiavi private di Nakamoto, i suoi 1,1 milioni di bitcoin potrebbero sparire per sempre.

Recentemente, Arkham Intelligence ha rilevato micro-trasferimenti verso l’indirizzo originale di Satoshi: quantità minime di bitcoin, talvolta da wallet come CoinJoin o Revolut. Gesti minimi, ma che sollevano interrogativi sulla longevità del mito.

Punti chiave dal caso Satoshi

• 1,1 milioni di BTC: la fortuna stimata di Nakamoto;
• 126.000 $: record del prezzo di bitcoin a inizio ottobre 2025;
• 20 miliardi $: perdita virtuale in 72 ore;
• 15 anni: nessuna transazione dal 2010;
• 15ª fortuna più grande al mondo: davanti a Bloomberg o Alice Walton.

Il suo wallet non si muove. Ma la speculazione attorno al suo silenzio esplode.

Anche i trader esperti possono perdere tutto. James Wynn, figura del mercato crypto, è stato liquidato per 48 milioni di dollari. Dimostrando che l’assenza non costa nulla. Ma agire può rovinare tutto.