Chi decide sui 210 miliardi di euro di asset russi congelati? Il cancelliere tedesco vola d'urgenza a Bruxelles per negoziare con il Belgio

Secondo quanto riferito, il Cancelliere tedesco Scholz sta facendo un ultimo tentativo per ottenere il sostegno cruciale del Belgio, al fine di promuovere l'utilizzo degli asset sovrani russi congelati dall'UE per finanziare l'assistenza militare all'Ucraina.

Scholz si recherà a Bruxelles venerdì per una cena con il Primo Ministro belga De Croo, che è diventato il principale ostacolo al piano di prestito cosiddetto "compensativo" garantito dagli asset a favore di Kiev. I funzionari europei stanno correndo contro il tempo per ottenere il sostegno necessario prima del dibattito tra i leader al vertice che si terrà tra due settimane.

Un insider del governo tedesco ha dichiarato: "È una corsa contro il tempo." Un'altra persona ha aggiunto: "Scholz ritiene che questa questione debba essere affrontata da lui personalmente."

Pochi giorni prima di questo incontro, la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha presentato la proposta legislativa per il prestito, che si basa in modo controverso sui poteri d'emergenza dell'articolo 122 dei trattati UE, al fine di congelare indefinitamente gli asset russi e aggirare il potenziale diritto di veto degli Stati membri per forzare l'approvazione del prestito.

Secondo fonti informate, anche se il Belgio dovesse mantenere la sua opposizione, Scholz sostiene la proposta e l'utilizzo dei poteri d'emergenza previsti dall'articolo 122. Il portavoce del governo tedesco ha rifiutato di commentare quali messaggi Scholz intenda trasmettere a De Croo.

Per partecipare a questa cena, il leader tedesco ha riorganizzato la sua prima visita di Stato in Norvegia, dove era previsto un incontro con il Re di Norvegia e il Primo Ministro Støre. Anche Ursula von der Leyen parteciperà alla cena di venerdì a Bruxelles.

Scholz aveva già scritto a settembre a favore dell'utilizzo di circa 210 miliardi di euro di asset della Banca Centrale Russa congelati in Europa per aiutare l'Ucraina.

Secondo persone a conoscenza del suo pensiero, questo rappresenta un'inversione di posizione, poiché in precedenza Scholz temeva che tale mossa potesse minare la fiducia nell'euro.

Carlo Masala, professore di relazioni internazionali presso l'Università delle Forze Armate Federali di Monaco, ha dichiarato: "Sta correndo un rischio enorme e sta mettendo tutto in gioco. Questo dimostra quanto prenda seriamente la questione."

Il Belgio e la Euroclear Bank con sede a Bruxelles (la clearing house che detiene la maggior parte degli asset) hanno minacciato di bloccare il piano, a meno che non ricevano "garanzie di ferro" che anche gli altri paesi dell'UE condivideranno qualsiasi onere finanziario o rappresaglia da parte di Mosca.

Diversi paesi, tra cui la Francia, sono riluttanti a fornire garanzie statali per questo prestito, che sarebbero necessarie se la Euroclear Bank fosse obbligata a restituire gli asset a Mosca. La Banca Centrale Europea ha già rifiutato di fornire liquidità d'emergenza alla Euroclear Bank nel caso in cui tali garanzie venissero attivate.

I recenti negoziati per porre fine al conflitto tra Russia e Ucraina hanno dato nuova urgenza a questo dibattito. Secondo diverse fonti vicine alla questione, Scholz e altri leader europei esclusi dai negoziati tra Stati Uniti e Russia sono rimasti scioccati nello scoprire che la discussione riguardava direttamente gli asset sovrani russi detenuti in Europa.

Norbert Röttgen, un parlamentare senior della CDU, il partito di Scholz, ha descritto la decisione sugli asset russi come "un momento cruciale per l'Europa". Ha aggiunto: "Se non riusciamo a fare questo (prestito compensativo), allora che senso hanno la sovranità europea e tutte le grandi dichiarazioni sull'autonomia strategica?"

Secondo fonti informate, per Berlino, la necessità di bloccare rapidamente questi asset e inviare un segnale politico a Mosca e Washington ora supera le cautele legali. Sebbene Berlino abbia sollecitato la Commissione Europea a risolvere le preoccupazioni del Belgio, ritiene che, per mantenere la solvibilità dell'Ucraina, non ci sia altra scelta che il prestito.

La spinta della Germania è dovuta in parte a una preoccupazione: il paese ha già allentato il freno al debito, consentendo spese quasi illimitate per la difesa, e se i proventi degli asset non potranno essere utilizzati, la Germania potrebbe dover sostenere la maggior parte dei costi per fornire equipaggiamento militare all'Ucraina. Uno degli informati ha dichiarato senza mezzi termini: "Alla fine, toccherà a noi pagare il conto."